Per la prima volta ho sentito il nome Harambee nel 1993, quando mia figlia Nicole si preparava con il Clan del Ragno di Saronno per il primo campo scout a Nyandiwa.
Tornata, mi raccontava della popolazione così gentile, cordiale e sorridente, dello staff del centro scout molto preparato e dell’ottimo lavoro fatto con e per la popolazione. Mi spiegava lo spirito del progetto Harambee: lavorare insieme, con il metodo scout. Lei ha preso molto a cuore il progetto partecipando altre dieci volte ai campi di lavoro.
Quando Antonio Labate ha assunto l’incarico di Segretario Internazionale del MASCI, mi ha coinvolto e anch’io sono entrata nel gruppo di lavoro. Nel 2004 sono stata per la prima volta in Kenya e ho potuto verificare come sono andati avanti i lavori con i vari mini- e maxi-progetti come l’acquedotto, la social hall, i dispensari, le scuole, gli asili, il trasporto con la barca e, proseguendo negli anni, il computer service e corsi per il computer, la scuola di taglio e cucito, il college, ecc.
Grande impressione mi ha fatto un anziano signore, venuto a piedi da lontano solo per salutarci e ringraziarci per il progetto realizzato, per l’acqua fresca portata per 20 km dalla montagna e per la testimonianza che questo paesino sperduto non è dimenticato dal resto del mondo.
Partecipando a vari eventi internazionali organizzati da ISGF (International Scout and Guide Fellowship) e presentando il progetto abbiamo avuto contatti con le organizzazioni degli Adulti scout tedeschi e del Liechtenstein. Questi contatti ci hanno dato la possibilità di creare un gruppo di lavoro che si occupa del Progetto Harambee Education: insieme abbiamo costruito un dormitorio per le ragazze del college, il muro di cinta e gli spogliatoi del centro sportivo.
Il programma del prossimo futuro prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico per dare al Centro autonomia energetica.
Regolarmente arrivano gruppi di scout tedeschi e del Liechtenstein a Nyandiwa per incontrare la popolazione e “toccare con mano e vedere con occhio” (come dice Margaret, la manager del Centro) la vita di un popolo povero e vedere e vivere il progetto.
Ho coinvolto anche mio marito, che aveva sempre detto: Africa? Kenya? non è per me! Però poi insieme abbiamo contribuito a creare a Kitawa, a pochi chilometri da Nyandiwa, l’”Enviroment Project”, con la coltivazione di due piante: la Jatropha curcas per la produzione di un olio combustibile e il girasole per produrre olio alimentare. Il futuro prevede anche un parco ambientalistico didattico.
Il mio sogno? Tornare al più presto a Nyandiwa e abbracciare gli amici. Parte del mio cuore l’ho lasciato a Nyandiwa e Kitawa!
Monika Martens