Erokamano Africa
… se è vero che il mal d’Africa ti colpisce e non ti lascia più, allora penso di essere spacciata anch’io … Perché a pensarci bene sono così tante le sensazioni, che solo un mondo di autentica semplicità allo stesso tempo grandiosa nel suo complesso può darti.
Non so se quello che mi manca di più sia il contrasto tra l’azzurro del cielo e il blue del lago, le capanne tra le acacie, le lampare dei pescatori nella notte o la Croce del Sud verso l’orizzonte … so solo che il sorriso delle persone, tra la polvere delle strade, le voci dei bambini e i loro giochi, gli animali magri ai bordi dei sentieri, la cortesia e la grande dignità di un’umanità viva, scandita al ritmo delle loro canzoni che ti entra nel sangue, non sono descrivibili con parole ma ti rimangono impresse nel cuore … un grande regalo che si riceve da chi lotta, soffre e spera.. un grande insegnamento da chi combatte ogni giorno, con gioia, la sua battaglia della quotidianità!!!
Abbiamo vissuto un po’ d ‘Africa, per 3 settimane, nelle scuole, ai mercati, tra la terra per scavare una vasca, per testimoniare il nostro – HARAMBEE – lavoriamo insieme … noi bianchi, i musungu, e i neri … tutto questo perché crediamo che il metodo più giusto e dignitoso per tendere una mano alla povertà di quel popolo e di quella terra sia lavorare con loro, fianco a fianco, senza cadere nella trappola dell’assistenzialismo acritico, senza elargire regali per tornare alla nostre vite “tranquille” con la coscienza scarica, senza creare dipendenza …
Quando si vive l’Africa ci si rende conto che i nostri metri di giudizio, le nostre convinzioni, le nostre sicurezze non sono applicabili in una realtà così diversa … che l’Africa ha il suo ritmo, la sua musica … che bisogna tendere l’orecchio a quei suoni e interiorizzarli il più possibile, per cercare di essere parte attiva di un mondo che sta crescendo, con il suo stile, con i suoi tempi, con le sue pause e con le sue esigenze …
Ho visto un giardino, un pollaio, delle barche.. un centro scout … ho giocato, ho cantato, ho fatto bans, intervistato ragazzi nelle scuole, assistito a balli tradizionali, scavato buche, dipinto pareti, ballato alla messa domenica/e, mangiato polenta di mais e chapati …
Ho visto la possibilità di uno sviluppo graduale o omogeneo con la realtà locale … ho visto la possibilità di una crescita reciproca tra bianchi e neri … sullo stesso piano, con la stessa voglia di donarsi 1 ‘uno all ‘altro, con lo stesso desiderio di realizzare i propri sogni … perché nel mondo non ci sia solo chi da e chi riceve.. chi si può permettere un futuro e chi invece non può che vivere alla giornata …
Ho visto famiglie aiutare bambini orfani, malati… ho sentito un profondo rispetto per gli anziani, gli squilibrati, i diversi, i meno fortunati …
Ho visto una donna dirigere un centro, sviluppare iniziative e coordinare i nostri lavori… parlare con la sua gente, mediare incontri, lavorare la terra …
Ho visto occhi di persone attente che ti osservano, che si fermano per la strada e ti danno la mano … ho visto dei bambini di 6 -7 anni accudire i fratellini più piccoli e occuparsene con tanta tenerezza … ho visto persone malate … con abiti consumati e impolverati… donne che lavorano … ragazzi in cammino da ore per andare a scuola … gente che andava a prendere 1 ‘acqua.. a pescare … al mercato … al dispensario …
Ho visto missioni che hanno ricreato un piccolo pezzo d’Europa al di là della strada che li separava dall’Africa … solo pochi metri e una frattura insanabile tra mondi diversi … imprese faraoniche che nessun comitato locale saprebbe gestire … dove alla partenza del bianco, visto come un dio capace e ricco tra la povertà, non rimarranno che mura inutilizzate e senza futuro …
Ho avuto la fortuna di poter crescere con persone in gamba … con cui ho condiviso paure e sensazioni.. ho vissuto il metodo scout nella cooperazione allo sviluppo …
Ho aperto gli orizzonti a nuove problematiche e credo, sperando, che sia possibile cambiare le nostre abitudini, i nostri sprechi, indirizzare le nostre scelte di consumatori responsabili e critici verso un mercato equo e solidale che permetta a tutti i paesi di commerciare con dignità e rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.
… credo che adeguare il mio modo di vita quotidiano sia una grande testimonianza e un aiuto reale per l’Africa e per tutti i paesi poveri che combattono la fame, le malattie, la siccità, le discriminazioni, gli abusi di potere, lo sfruttamento …
… credo sia onesto e doveroso farlo … come scout … come cristiana … come cittadina di questo nostro mondo globale … come sorella di ogni bambino che gioca, sorride e lotta per il domani in tutto il mondo …
Erokamano Africa!!! (Grazie Africa!!!)
Elena Ferrara